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mercoledì 17 dicembre 2014

PAOLO GIORZA e lo STABAT MATER di ROSSINI

Dalle letture dei giornali dell' epoca, ci viene riferito che il musicista Paolo Giorza, ha diretto in modo eccezionale il suo concerto d' addio, con la bellissima interpretazione di musiche di Liszt, Gottschalk, Rubinstein

Si dice che avesse diretto magistralmente la rapsodia ungherese n. 11 e la sesta del grande Franz Liszt, ma la cosa più curiosa è di essersi dedicato anche all' arte particolare di Gottschalk e Rubinstein (tarantella)

In questa sua particolare serata, dopo 11 anni anni che il Giorza aveva vissuto in Australia e, in quel paese aveva ottenuto stima ed ammirazione, quasi una sua seconda patria, si sarebbe forse immaginato che il musicista milanese, pago dei suoi successi, potesse rientrare in Italia



lunedì 17 novembre 2014

Harry Völker, primo esecutore mondiale in Youtube del valzer di Paolo Giorza ( Carlo Lamberti)

E' dall' Olanda, nell' esecuzione del pianista Harry Völker, che ci perviene la prima esecuzione mondiale nel mondo di Youtube di un valzer di Paolo Giorza, ricuperato nella collezione spartiti di Carlo Lamberti

IL delicato tocco di questo pianista ci illumina sulla delicatezza e armoniosità del valzer "Blumen aus Italien"






Dalla collezione e testi di Carlo Lamberti












Prime esecuzioni assolute mondiali in you tube di valzer di Paolo Giorza

sabato 3 maggio 2014

Circolo o Club virtuale Paolo Giorza, autore della "Bella Gigogin"

Non mi risulta che, fino ad oggi, anno 2014 (centenario della scomparsa del compositore), esista un Circolo o Club, oppure un museo che ricordi il compositore milanese Paolo Giorza

In via privata Giorza a Milano e, perchè no, anche a Roma, nella via omonima, potrebbe sorgere un luogo dedicato al compositore italiano che più ha emigrato nel mondo ?

Lui, è stato il massimo esponente all' Expo di Sydney nel 1879/80 in Australia, e, forse dargli un posticino al futuro Expo di Milano ?

Essendo sepolto a Seattle, perchè non fare una specie di gemellaggio culturale con l' Italia ?



Carlo Lamberti






giovedì 1 maggio 2014

EXPO di MILANO ed EXPO a Sydney in AUSTRALIA : PAOLO GIORZA emigrante e REGISTA musicale all' EXPO 1879 - 80

Non tutti sanno che il compositore milanese Paolo Giorza, autore della musica della "Bella Gigogin" fu la massima  autorità musicale all' Esposizione Internazionale di Sydney in Australia nel 1879/80

Si, è vero e, diresse la Prima esecuzione Australiana a Sydney della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi nel 1875

Compose per quell' occasione la famosa Cantata d' apertura dell' Expo in quella terra di canguri ed aborigeni
E' bene ricordarlo

Carlo Lamberti





File:La nuova Milano.JPG



venerdì 25 aprile 2014

Paolo Giorza in manoscritto antico : Musica per banda dal CONTE DI MONTECRISTO

Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti, esponiamo questo antico manoscritto di musica per banda (Polka dal ballo Il Conte di Montecristo) di Paolo Giorza

Chi l' avrà vergata ? Il compositore o chi altro ?

E' una carta che definirei del 1870 circa o giù di lì e rivela quanto il compositore della " Bella Gigogin"  conosceva la musica



Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti

Montecristo islet.jpg

venerdì 11 aprile 2014

PAOLO GIORZA e il suo passato in AUSTRALIA, le sue musiche e l' ALBA BAROZZI

Il mistero della nostra vita e delle nostre esistenze non ci permette di saper come possa essere il disegno di Dio

Non sapremo mai, se l' ispirazione che Giorza ricevette per comporre l' Alba Barozzi, fu dovuta alle sue esperienze musicali australiane o una mistura fra le cortigianerie trecentesche di Venezia

una cosa mi sembra fuor di dubbio: la Ave Maristella o Mariastella degli inizi dell' opera, così delicata e, allo stesso tempo semplice, possa essere stata una dolce ispirazione celeste, come le sue Ave Maria




Carlo Lamberti










Paolo Giorza : Ritrovamento Alba Barozzi

Paolo Giorza
Ritrovamento ALBA BAROZZI
Finalmente , dopo tanto tempo, sono riuscito a tirare quel cassetto...

Una nube di polvere d’anni, quasi una “bomba” tossica, mi riempì il viso ed anche le parti superiori degli abiti che avevo addosso …

Subito sono corso davanti allo specchio e, constatai che sembravo più uno scienziato al quale era scoppiato davanti un alambicco di ritrovamento chimico che ad un operaio di strade polverose !

Quel cassetto, rimasto chiuso per tanto tempo, mi aveva ridonato un tesoro : un insieme di manoscritti musicali che avevo messo lì tanti anni prima…
Mi pareva di essere un archeologo alla presenza del ritrovamento degli scavi a Troia, forse un novello Livingstone, quasi all’ interno del mio essere pareva sprigionarsi incontenibilmente la celebrità del ritrovamento, forse un posto nella storia della musica…

Emozionato e trepidante, come un innamorato al primo appuntamento, o come un fanciullo che la notte di Natale, attende  i regali che gli porterà il Bambino Gesù ai piedi del letto, avevo il cuore che batteva fortemente ...

Avevo davanti a me il ritrovamento di un’ opera manoscritta, autografa e musicata dal compositore Paolo Giorza ; la speranza, o forse, nel sogno dell’autore, di aver composto il suo capolavoro, il suo "canto del cigno" !

Chissà se, quel musicista, dopo aver terminato un così monumentale melodramma in quattro atti, avesse sperato di ottenere un grande successo nei maggiori teatri del mondo...
Probabilmente si, anche nella speranza di riscattare il suo passato non da operista, ma da musicista di balli e balletti, dall' ispirazione a soggeti storici e fantastici, quale esempio di ardita modernità per allora...


Con l'opera, si era ispirato ad una tragedia accaduta nell’ antica Venezia, “une ville” costruita sull’ acqua come non mai, una splendida repubblica marinara,  la regina del Mediterraneo, il cosiddetto “Mare Nostrum”…

Non oso immaginare la senzazione di un artista che, già in età matura, terminando un dramma lirico con parole e musica verso la fine di un secolo che aveva prodotto compositori come Verdi, Bellini, Rossini, Donizetti e così via, cosa potesse pensare...


A volte, presumo, quanta fatica ed evoluzione mentale, possa aver fatto un artista per dedicarsi a tradurre in note una vicenda storica o leggendaria così remota, dando una personale caratteristica armonica e melodica ad ogni personaggio…
Il compositore, in una bella copia in corsivo, tipica della sua grafìa, aveva minuziosamente descritto il costume da indossare per ogni personaggio dell’ opera, quasi riferendosi alla notazione inerente alla figura storica…
Si parlava di una vicenda veneziana del ‘ 300, ambientata in quegli anni buii ed, allo stesso tempo fastosi tipicamente di quella città lagunare, dominatrice dei mari, la famosa patria di Marco Polo, la grande repubblica marinare dominatrice dell’ oriente…
Se guardiamo uno spartito e osserviamo quelle “cigliegine” che si chiamano note, a volte a grappolo, come si può immaginare che quei frutti su quel pentagramma, diano tanta felicità in chi le suona e in chi le ascolta !
Ora, soffiando sulla polvere che ricopriva quella copertina del manoscritto, si leggeva bene il nome : Alba Barozzi, atto I, Paolo Giorza, su una specie di libro quaderno foderato all'antica, genuino, con all’ interno correzioni varie del musicista, in un tentativo di migliorarne i temi, gli accordi e le linee armoniche…
Gioia indescrivibile, vedere in quelle note, i momenti più o meno ispirati di un compositore che aveva dato lustro con le sue interpretazioni, almeno in tre continenti, alla bellezza della musica italiana, quale caso, forse unico, nella storia della musica…
Aveva riscaldato, con i suoi balli, gli animi trepidanti di una giovane Europa nel risorgimento, aveva dato lustro, nel Messico, al tempo di Massimiliano imperatore, nei maggiori teatri ed eventi musicali delle grandi Antille…
Probabilmente aveva conosciuto Louis Moreau Gottschalk, in tournée con adelina Patti, aveva un poco ricalcato la memoria di Cristoforo colombo in quei lontani paesi, aveva rappresentato l’ Italia musicale con il brio della sua musica da ballo
Sfogliando quel tesoro di scritti musicali, mi pareva di ripercorrere un’ esplorazione alla ricerca di quale arca o tesoro perduto in quel mondo creolo, caraibico dove tutto è danza e musicalità ritmica, pensare di essere su quelle spiagge sconfinate e multicolori…



Il mio entusiasmo prendeva maggiormente tendenza, quando, dopo tanti anni di abbandono in un cassetto, veniva alla luce, un inedito musicale, magari per avere una rapprentazione in un famoso teatro del mondo, oltre cento anni dopo, quale riscoperta mondiale di un ritrovamento storico !
Qui davanti, scorro le paginone per orchestra di quell’ opera, l’Alba Barozzi dei miei progetti, la risoluzione del più grande sogno nel cassetto, rinchiuso  in quella custodia plasticata che lo ha avvolto nella polvere per tanto tempo…
Come un antico castellano che conserva le cose di valore, mi sembrava di rivivere la scoperta di un manoscritto che, forse, poteva essere il sogno di un compositore, il suo canto del cigno, quasi un Mahler od uno Schubert nell ' ispirazione delle loro sinfonie incompiute !!!

Mi pareva quasi di essere divenuto l’anima del Giorza, trasmessami come per incanto divino, quasi ne fossi divenuto l'esecutore testamentario del proprio desiderio inappagato...



giovedì 27 marzo 2014

AGGIORNAMENTO ENCICLOPEDIA dello SPETTACOLO : opera ALBA BAROZZI di PAOLO GIORZA

La storia della musica si arricchisce di nuovi aggiornamenti :

Quando il Rolandi, nell' Enciclopedia dello Spettacolo, scriveva che Paolo Giorza, compositore milanese, aveva composto un' altra opera, ma non ne aveva la certezza assoluta, ora sappiamo che esiste veramente

Quest' opera si chiama Alba Barozzi, musica di P.Giorza e libretto di A.Ghislanzoni

Il manoscritto originale, completo dei quattro atti, è di proprietà del collezionista Carlo Lamberti 



martedì 21 gennaio 2014

ALBA BAROZZI di PAOLO GIORZA (Manoscritto inedito autografo ) 2014(centenario morte giorza)

ALLA RICERCA DELL’OPERA PERDUTA e RITROVATA : ALBA BAROZZI di PAOLO GIORZA (Collezione CARLO LAMBERTI)

Finalmente , dopo tanto tempo, sono riuscito a tirare quel cassetto...

Una nube di polvere d’anni, quasi una “bomba” tossica, mi riempì il viso ed anche le parti superiori degli abiti che avevo addosso …

Subito sono corso davanti allo specchio e, constatai che sembravo più uno scienziato al quale era scoppiato davanti un alambicco di ritrovamento chimico che ad un operaio di strade polverose ! 

Quel cassetto, rimasto chiuso per tanto tempo, mi aveva ridonato un tesoro : un insieme di manoscritti musicali che avevo messo lì tanti anni prima…

Emozionato e trepidante, come un innamorato al primo appuntamento, o come un fanciullo che la notte di Natale, attende  i regali che gli porterà il Bambino Gesù ai piedi del letto, avevo il cuore che batteva fortemente ...

Avevo davanti a me il ritrovamento di un’ opera manoscrittaautografa e musicata dal compositore Paolo Giorza ; la speranza, o forse, nel sogno dell’autore, di aver composto il suo capolavoro, il suo "canto del cigno" !

Chissà se, quel musicista, dopo aver terminato un così monumentale melodramma in quattro atti, avesse sperato di ottenere un grande successo nei maggiori teatri del mondo...
Probabilmente si, anche nella speranza di riscattare il suo passato non da operista, ma da musicista di balli e balletti, dall' ispirazione a soggeti storici e fantastici, quale esempio di ardita modernità per allora...


Con l'opera, si era ispirato ad una tragedia accaduta nell’ antica Venezia, “une ville” costruita sull’ acqua come non mai, una splendida repubblica marinara,  laregina del Mediterraneo, il cosiddetto “Mare Nostrum”

Non oso immaginare la senzazione di un artista che, già in età matura, terminando un dramma lirico con parole e musica verso la fine di un secolo che aveva prodotto compositori come Verdi, Bellini, Rossini, Donizetti e così via, cosa potesse pensare...


A volte, presumo, quanta fatica ed evoluzione mentale, possa aver fatto un artista per dedicarsi a tradurre in note una vicenda storica o leggendaria così remota, dando una personale caratteristica armonica e melodica ad ogni personaggio…

Se guardiamo uno spartito e osserviamo quelle “cigliegine” che si chiamano note, a volte a grappolo, come si può immaginare che quei frutti su quel pentagramma, diano tanta felicità in chi le suona e in chi le ascolta !

Ora, soffiando sulla polvere che ricopriva quella copertina del manoscritto, si leggeva bene il nome : Alba Barozzi, atto I, Paolo Giorza, su una specie di libro quaderno foderato all'antica


Il mio entusiasmo prendeva maggiormente tendenza, quando, dopo tanti anni di abbandono in un cassetto, veniva alla luce, un inedito musicale, magari per avere una rapprentazione in un famoso teatro del mondo, oltre cento anni dopo, quale riscoperta mondiale di un ritrovamento storico !


Qui davanti, scorro le paginone per orchestra di quell’ opera, l’Alba Barozzi dei miei progetti, la risoluzione del più grande sogno nel cassetto, rinchiuso  in quella custodia plasticata che lo ha avvolto nella polvere per tanto tempo…

Come un antico castellano che conserva le cose di valore, mi sembrava di rivivere la scoperta di un manoscritto che, forse, poteva essere il sogno di un compositore, il suo canto del cigno, quasi un Mahler od uno Schubert nell '‘ ispirazione delle loro sinfonie incompiute !!!


Mi pareva quasi di essere divenuto l’anima del Giorza, trasmessami come per incanto divino, quasi ne fossi divenuto l'esecutore testamentario del proprio desiderio inappagato...

Mi accorgevo che era giunto il momento di rispolverare quel tesoro manoscritto e, davanti alla monumentale opera che mi trovavo fra le mani, ne intravvedevo già la rappresentazione sulle scene...

In quella platee teatrali, corredate dagli storici palchi della Scala o del Metropolitan, magari nell’ Opera House di Sidney, ascoltare quel dipinto di note tradotto in delizia sonora, con un direttore d’ orchestra famoso, in quel buio silenzioso della sala, dirigere la massa orchestrale con notevole maestria…


Il primo atto, già quasi tutto orchestrato nei lontani anni del fine ottocento, mi trasmetteva un’emozione impagabile, un risveglio di un’epoca lontana, ma sempre presente...

Fra gli strumenti di quell’ inizio, si potevano leggere le scritte: soprano, contralto, tenore, basso, poi il coro, la campana, l’insieme dei violini primi e secondi, in un’assonanza meravigliosa !!!

Mi pareva di rivivere la gioia che un archeologo prova nella scoperta del ritrovamento di un reperto in uno scavo, forse interpretavo l’anima ed il pensiero di un Toscanini al completamento dell’opera Nerone del Boito !

Penso, nella mia poca conoscenza, che l’orchestrazione magari è da rivedere e completare (gioia immensa per un musicista), quasi un Alfano al completamento dell’opera Turandot del grande Puccini ...

La parte vocale, mi sembra bella ed entusiasmante, e, corredata da una giusta orchestrazione (magari anche moderna), produrrebbe, all’ascolto in una grande sala teatrale, un’esplosione musicale inebriante, capace di donarci la sensazione della febbre dei 42 ° gradi (quei famosi brividi che ci danno la gioia)

Stavo vivendo un momento di magìa o era quasi una realtà, per modo che vedevo trasformarsi quel fiume di note in una consolidata apoteosi sonora, quasi una glorificazione di un lavoro che avera richiesto un lungo tempo per essere compiuto ?


Sfogliando quei paginoni, ripieni di pezzi solistici e corali così ben congegnati, mi facevano rivivere compositori come Schubert che erano capaci di orchestrare direttamente i loro capolavori in modo diretto, magari in un bosco, all’ ombra di un albero all'inizio della primavera, dove le varie fioriture sfoggiano un multicromatismo di una bellezza così completa da rimanere estasiati…

Ma forse e, questo non potevo ancora saperlo,  avevo davanti ai miei occhi meravigliati un poema incompiuto come la famosa sinfonia di Schubert ,terminata da Henri Ryder nel 1928, in ricorrenza del primo centenario della morte del grande compositore austriaco ?


Presumibilmente, era la decima sinfonia di Mahler, e, perché no, la Turandot del grande Puccini, quando, nell' esecuzione scaligera del 1926, sotto la bacchetta di Toscanini, l’orchestra fu fermata al punto in cui il grande musicista lucchese abbandonò l’opera ?

Non ero per caso davanti ad un inedito verdiano rinvenuto a sant’ Agata di Busseto, nel famoso baule di manoscritti di Giuseppe Verdi, quale scrigno e tesoro delle fantasie incompiute di quel grande musicista ?

No, non ero d’ innanzi al ritrovamento di uno scrigno da galeone spagnolo ritrovato nei fondali marini del mar caraibico, ma avevo comunque ricuperato un tesoro della genialità umana, con riferimenti storici armonizzati…

Era giunto il momento di darlo alle stampe e illuminare, nonché rinverdire la figura di un compositore milanese che era emigrato, aveva riscosso successi mondiali e, prima di ritirarsi in quella lontana Seattle, sulla riva dell' oceano Pacifico, aveva pensato di musicare il trecento veneziano


Il nostro Risorgimento a lui doveva la vittoria di Magenta, nel lontano 1859, che, con la famosa canzone “la bella Gigogin”, esaltò le truppe franco-piemontesi che sconfissero gli austriaci liberando il nostro paese dal giogo dell’ oppressore, contribuendo alla fondazione del Regno d’ Italia !

Finalmente, quest’ opera, tanto cercata dai musicofili e appassionati, esisteva, con le sue arie e, probabilmente, con le sue sorprese !

testo di Carlo lamberti





Collezione privata Carlo Lamberti



mercoledì 1 gennaio 2014

VERDI e GIORZA nel 2014, salutano anche Shakespeare

Il 2014 accoglie e saluta i compositori che hanno scritto musiche sull' opera di  W.Shakespeare nel 450 ° anniversario della nascita

Verdi con le sue opere Macbeth, Otello e Falstaff

Giorza con suo balletto per
Il Sogno di una notte di mezza estate


PAOLO GIORZA mistico compositore di MESSE : istantanea di vita del primo gennaio 2014 (chiesa di San Gelasio martire in Roma)

Ho acoltato la Santa Messa del primo giorno dell' anno 2014, in compagnia di mia moglie Rosanna nella dolce e tranquilla atmosfera della chiesa di San Gelasio I martire e Papa in Roma, sita via F.Corni n.1

Per chi entra in quel tempio del culto, secondo me, esce abbastanza colpito dal fascino di una esemplare e bellissima luce di serenità, è come assorbire il taumaturgico ricostituente di un incoraggiamento alla vita...

Un edificio che sa di di semplice e Cristiana Santità, con la luce solare filtrante dalle vetrate, dove le parole semplici del giovane parroco Don Giuseppe Raciti sono sufficienti a donarti la luce di un ottimistico anelito di fede..

Sembrava quasi di essere in un Santuario, dove tutto si trasforma e ti coinvolge, per farti uscire più speranzoso e fiducioso nel mondo che ti circonda...

In quel tempio, quasi raffigurante un tendone che protegge un insieme di serafiche persone in attesa di donare vera carità cristiana, mi ha quasi trasfigurato...

In quel luogo, senza organo, ma con un semplice armonio, immaginavo poter vedere eseguita la bellissima Ave Maria dalla Messa n.8 del compositore italianissimo Paolo Giorza, di cui quest' anno ricorre il centesimo anniversario della sua scomparsa

Tutti siamo a conoscenza che a detto compositore (quello della patriottica canzone  "la bella Gigogine dell' opera Alba Barozzi), esiste una via intestata sia a Roma che a Milano

Lo spartito della messa n. 8 del Giorza, trovasi in Australia, dove il compositore visse per circa 11 anni






Queste scansioni dell' Ave Maria della Messa n.8 di Paolo Giorza, facevano parte dello spartito intero, ceduto anni fa dal collezionista Carlo Lamberti alla Libreria Nazionale di Canberra in Australia